Quanto vale la moneta con il delfino stampato sul retro? Ecco la risposta

Ci sono moltissime monete che hanno scritto la storia italiana, non sono per la loro utilità ma anche per alcune caratteristiche di grande valore. Una di queste è la moneta con il delfino stampato sul retro, ancora reperibile in qualche cassetto o borsa dimenticata. Ma quanto vale oggi veramente? Facciamo chiarezza.

I collezionisti non si fermano mai, soprattutto da quando la Lira è stata messa da parte e sostituita dall’Euro. Da quel momento, ci sono moltissime persone alla ricerca di pezzi unici e di elementi di grande valore. La moneta con il delfino rappresenta, ancora oggi, una rarità che potrebbe fruttare non pochi soldi.

Le caratteristiche della moneta con il delfino

La moneta con il delfino, che in tanti ancora oggi ricordano, era quella delle 5 lire, con la seconda emissione coniata a seguito della Seconda Guerra Mondiale in sostituzione del primo modello (attivo dal 1946 al 1950). Questa versione “attuale” è stata realizzata per andare in sostituzione e ha avuto un lungo percorso e una vita gloriosa.

È il delfino il protagonista della moneta, posizionato sul retro con la coda leggermente piegata verso l’alto. Sopra di lui il numero 5 che evidenzia il valore della moneta stessa, con altre caratteristiche riportate dalla Zecca di Stato per il suo riconoscimento e valore. Man mano è andata in disuso, ma oggi quanto vale?

Il valore della moneta da 5 Lire con il delfino

Se da un lato è ben visibile in delfino, dall’altro lato c’è un timone di navigazione accompagnato dalla dicitura della Repubblica Italiana e le firme degli incisori. L’anno di coniazione è scritto sul lato del delfino ed è un dato importante per comprendere il valore. I collezionisti fanno attenzione a determinati elementi:

  • La moneta deve essere in ottimo stato di conservazione;
  • La moneta deve essere rara per aumentare il suo valore;
  • Ci sono dei pezzi interessanti ad oggi quasi scomparsi nel nulla.

Le tipologie in Fior di Conio potrebbero arrivare a un valore di quasi 100 euro, mentre errori di Conio oggi sono considerati una vera e propria fortuna. Se il numero 1 è rovesciato si potrebbe guadagnare fino a 150 euro (anno 1989), oppure se il timone è capovolto (1991) si arriva a 70 euro.

Gli altri pezzi sono meno richiesti, anche se quella del 1956 viene considerata “rara” considerato che ne sono state realizzate pochissimi esemplari. Tutto dipende dalle sue condizioni, infatti un esemplare in Fior di Conio è stato battuto all’asta per un valore di 3500 euro. È quindi chiaro che, nel caso, è importante far controllare la moneta a un professionista del settore.

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