Pensionati all’estero: ecco quanto pagano di tasse, lo sapevi?

Sempre più persone nel corso degli anni, in varie categorie, hanno deciso di trascorrere almeno una fase della propria vita all’estero, generalmente gli italiani prediligono le nazioni con un tenore di vita più abbordabile soprattutto per quanto riguarda i pensionati, in virtù di minori preoccupazioni dal punto di vista economico, sfruttando una regolamentazione che spesso valorizza questo ambito.

Viene quindi abbastanza naturale chiedersi a quanto ammonta il sistema tributario ossia l’ammontare delle tasse da pagare in merito della propria pensione, spesso faticosamente gudagnata in Italia, e data la presenza di nazioni anche abbastanza vicine, che facciano parte o meno dell’Unione Europea, si tratta di un argomento particolarmente seguito. Quanto pagano i pensionati nei principali paesi d’interesse?

Pensione estera

Quasi 320 mila italiani pensionati vivono ed hanno quindi la cosiddetta residenza fiscale all’estero, utilizzando alcune regolamentazioni che permettono dietro alcuni requisiti specifici di poter essere effettivamente autorizzati nel pagare le tasse all’estero, e quindi non nel nostro paese. Naturalmente questo solo nelle nazioni che hanno un rapporto bilaterale dal punto di vista diplomatico.

Trasferirsi in un paese estero dopo aver completato il proprio percorso lavorativo in Italia non è possibile in tutti i casi, in quanto l’Italia e la nazione scelta devono essere parte degli accordi OCSE sulla mutua collaborazione effettiva, il che certifica anche la trasparenza adeguata dal punto di vista fiscale, come vedremo di seguito.

Paesi dove la tassazione è minore

Ad esempio bisogna essere iscritti all’AIRE, che è l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, inoltre per più di un anno solare il richiedente non deve possedere il domicilio in Italia o una dimora abituale. Questa può essere richiesta in vari modi, ad esempio attraverso il consolato oppure presso il proprio comune di residenza, specificando i lavoratori del settore privato che sono gli unici che possono ottenere la tassazione nel paese di destinazione. Facciamo qualche esempio:

  • Cipro, che offre il 5 % sui redditi derivanti dalla pensione che proviene da un paese estero fino a 3420 euro (al di sotto la pensione non viene “toccata” dalle imposte)
  • Romania, che presenta una aliquota praticamente fissa del 10 % in tutti i casi
  • Albania, che non ha pressione fiscale per le pensioni guadagnate sul territorio estero, ma solo sugli introiti derivanti dai guadagni locali
  • Grecia, che mantiene una pressione fiscale sulle pensioni del 10 % per dieci anni

Oltre ai requisiti menzionati poco sopra, per tutte queste nazioni che danno la possibilità di pagare poche imposte sulle pensioni rispetto all’Italia bisogna certificare una permanenza di almeno 1 giorno in più della metà di un anno solare nel paese in questione, quindi sostanzialmente 183 giorni, se questo non è possibile bisogna fornire delle prove sull’intenzione di farlo.

In questa lista fino a poco tempo fa rientrava il Portogallo che come Cipro e Grecia fa ricorso all’Euro, non a caso una meta molto ambita per i pensionati, ma proprio dal 2024 a causa di enormi quantitativi di ingressi di cittadini stranieri, le agevolazioni sono state parecchio depotenziate, per salvaguardare la popolazione e le politiche locali.

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